sabato 2 giugno 2007

CARI RICORDI

I ricordi del mio passato sono numerosi.
Preferisco ricordare quelli belli perché mi sono rimasti ben impressi nella memoria e li ricordo anche con molta nostalgia. Io abitavo e abito tuttora nella periferia di Pescia, quindi i nostri giochi erano legati al luogo e all’ambiente in cui si viveva. Posso quindi affermare, che ogni momento di vita non è mai uguale a quello di un’altra persona. Lo stesso episodio, infatti, è vissuto da ognuno, in maniera diversa, anche se il soggetto è lo stesso.
Negli anni che andavano dal ‘57 al ‘61 ( il periodo della scuola elementare) il divertimento di noi ragazzini di periferia era quello di ritrovarsi in un campo adiacente alla borgata dove noi abitavamo.Dopo aver svolto i compiti della scuola elementare, si trascorrevano i pomeriggi giocando liberi e sfogando tutta la nostra fantasia in quel campo vicino alle case. Eravamo piccoli e quindi si facevano dei giochi innocenti di gruppo. Si giocava a nascondino, a fazzoletto, a mosca cieca, a mondo, a palla a volo, ai ciottolini, si costruiva l’aquilone, si correva per vedere chi arrivava prima ( anche a gamba zoppa ), si facevano i girotondi, si cantava Madama Doré.
La cosa è cambiata molto negli anni a venire, quando noi bimbe, crescendo non avevamo più la libertà di giocare come prima con i maschi. Nel periodo della scuola media infatti, nella mia frazione c’era un istituto di suore, quindi, io come altre bambine fui mandata da queste suore per trascorrere i pomeriggi, in modo che i genitori potessero lavorare tranquilli. Anche in questi anni i miei ricordi sono molto belli.Per noi grandicelle la Madre Superiora, aveva organizzato un laboratorio dove ci era insegnato l’arte del ricamo. A me piaceva stare nel gruppo e creare centrini e piccoli lavoretti che io portavo con orgoglio a casa dai genitori. Oltre a questa attività si cantava e si preparavano recite che poi erano rappresentate con la presenza dei genitori.
Inoltre ogni Domenica mattina si cantava la Messa con la suora dell’asilo.Con il trascorrere del tempo,però, anche questa parentesi si chiuse.Infatti negli anni che vanno dal ‘66 al ‘71, frequentavo la scuola superiore e quindi il divertimento, in questo periodo dell’adolescenza, cambiò molto. Le ore di svago erano molto più limitate a causa dello studio e quindi la Domenica era l’unico giorno in cui si poteva incontrare le nostre amiche. Nei primi anni di questa mia adolescenza ricordo che i miei genitori mi permettevano di uscire e di ritornare da sola ad orari ben precisi e sempre nel pomeriggio della domenica. Avevo 15-16 anni ed io con le mie amiche prendevamo le nostre biciclette e andavamo al cinema a Pescia.
Si, perché, noi di periferia all’epoca ci si spostava tutti in bicicletta, compreso l’andare a scuola. Arrivati a Pescia , le bici si depositavano da un signore che si chiamava Mino, che dietro compenso ce le guardava e all’occorrenza le accomodava anche. Ritornando al cinema, ricordo di aver visto alcuni bei film. Infatti a Pescia c’era il Cinema Splendor e il Cinema Garibaldi che erano molto frequentati. Ricordo che all’ingresso, si acquistavano i pop corn e i semi di zucca salati per mangiarli durante lo spettacolo. Il film che mi è rimasto più impresso è stato “ Via col vento” e poi un documentario sulla Polinesia (non ricordo il titolo) dove due ragazzi come noi esploravano quei luoghi con bellissime spiagge e fondali meravigliosi. Rimasi talmente colpita da quelle immagini, che per molto tempo hanno rappresentato per me un sogno impossibile, ma bellissimo. Questo periodo, però, fu anche quello in cui nacque l’era del “beat” ed anche il movimento giovanile di protesta “ Figli dei fiori”
Noi ragazzine eravamo molto condizionate da queste nuove idee anticonformiste, così si chiuse la parentesi del cinema e si aprì quella del ballo.
I nostri idoli ,infatti erano i Beatles e i Rolling Stones . I primi rappresentavano la musica un po’ moderata, i secondi, la più scatenata. Quello che ci attirava molto era la loro trasgressione, con i loro capelli lunghi e il loro strano abbigliamento,tanto che i nostri diari scolastici erano pieni delle loro foto. Le Domeniche quindi si trascorrevano nelle sale da ballo. Inizialmente le mie prime uscite, di quel periodo erano sempre accompagnate dalla mamma, che in compagnia di altre stava seduta al tavolo del bordo pista forse per controllare,forse perché era l’usanza del momento ( il buon
costume) o forse perché per l’epoca eravamo ancora un po’ piccole. Ricordo che noi ragazze, sedute accanto alla mamma aspettavamo che ci fosse chiesto il ballo da qualche ragazzo. Finita la musica si ritornava educatamente al tavolo. Io ricordo, però che mi emozionavo molto sia perché erano le prime volte che ballavo con i ragazzi, sia perché c’era la visione della mamma. Come ho accennato prima però, erano gli anni della protesta giovanile ( figli dei fiori) quindi il modo di divertirsi cambiò molto, sia perché anch’io stavo crescendo, sia perché quelle nuove idee condizionarono anche un po’ i genitori che diventarono più permissivi. Così, le mamme rimasero a casa mentre noi ragazze di 18-19 anni si poteva uscire da sole, pomeriggio e sera.
Erano gli anni ‘70.
Pescia però, oltre al cinema,offriva poco, così si frequentavano le sale da ballo fuori della nostra città. Questo è un po’ la storia del divertimento della mia gioventù I ricordi riferiti a questi episodi sono per me molto preziosi perché mi permettono di confrontare la realtà di oggi con quella di ieri e di constatare come cambia il mondo.

1 commento:

Anonimo ha detto...

mi sembra di aver capito che siamo paesani e forse anche coetanei,mi fai rivivere anche la mia gioventù ma io come maschietto ero molto vivace,le mie l'hò combinate,specialmente dai 14 ai 18,s'andava arubà le cigliege s'alzava le sottane alle bimbe s'andava a sonà le campone alla chiesa all'alberghi,si sonava i campanelli alle case,si stava tutto giorno fori di casa spensierati e senza pensieri per i nostri genitori.hòcomprato casa davanti al campo dove da ragozzo andavo a giocare a pallone co i miei amici,ora esco di casa e di fronte c'hò la posta e altre case al posto diquel campo,a volte la sera in estate mi siedo fuori di fronte alle poste e mi immagino ancora le nostre partite al pallone (sarà che stò invecchiando) ora i giovani hanno altri passatempi,ci si divertiva con poco noi e si apprezzava di più quel poco che si aveva.ciao sensaltro rivisiterò il tuo blog..alberto